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Zuckerberg: ‘Non vendiamo i dati personali su Facebook

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l co-fondatore e capo Mark Zuckerberg difende ancora il suo business nei social media, dicendo che utilizzare gli ads basandosi sugli interessi è ben diverso dal vendere i dati personali della gente.

‘Se volevamo servire tutti quanti, allora abbiamo avuto bisogno di un servizio che sia alla portata di tutti’ ha detto Zuckerberg al Wall Street Journal.

‘Il miglior modo per farlo è offrire il servizio in modo gratuito, e la pubblicità ci permette di farlo’.

Il 2018 è stato un anno orrendo per Facebook, segnato da una serie di scandali sulla data protection e la privacy, e sulla preoccupazione che il più famoso social network sia stato manipolato per scopi politici da interessi esterni.

Nonostante gli scandali, il fatturato di Facebook e il numero di utenti sono cresciuti.

Rendendo la pubblicità più rilevante e meno fastidiosa, vuol dire capire gli interessi degli utenti, secondo Zuckerberg.

Facebook usa dei ‘segnali’  come i ‘like’ e le condivisioni per fare delle pubblicità mirate.

‘A volte questo porta la gente a pensare che facciamo qualcosa che in realtà non esiste’ ha dichiarato Zuckerberg a proposito delle ads.

‘Per esempio, non vendiamo i dati personali, anche se spesso viene riportato che lo facciamo’.

Vendere i dati personali non solo andrebbe a minare la fiducia nel social network, ma andrebbe anche contro gli interessi di Facebook, perchè i rivali potrebbero usarli per competere sulla pubblicità.

Facebook inoltre fornisce agli utenti il controllo sulle informazioni utilizzate per il targeting delle ads e permette di bloccare gli advertiser, ha spiegato Zuckerberg.

Si critica a Facebook anche il fatto che il network venga usato per diffondere informazioni divisive e false, come nel caso delle elezioni del 2016 che hanno eletto Trump alla Casa Bianca.

‘Il clickbait sarebbe deleterio per noi perchè non è quello che la gente vuole’ ha scritto Zuckerberg.

Facebook ha investito nell’intelligenza artificiale e ha aggiunto dei dipendenti devoti a far fuori  tutti i contenuti che violano le regole del network.

I costi potrebbero pesare sui ricavi,che verranno rilasciati la prossima settimana.

‘L’unica ragione per cui i ‘bad contents’ rimangono è perchè le persone e i sistemi di intelligenza artificiale non sono perfetti – e non perchè siamo portati ad ignorarli per interesse’ ha detto.