E’ morto a Washington il giornalista e scrittore Vittorio Zucconi a 74 anni. A darne notizia il sito di Repubblica. con un ricordo firmato da un direttore storico della testata, Ezio Mauro.
«Viveva il giornalismo, non lo interpretava. A cena, in redazione, nei viaggi, negli incontri ogni vicenda, qualsiasi fatto, tutti gli avvenimenti grandi o piccoli di cui si parlava per lui prendevano automaticamente il format del racconto, come se fossero pronti per essere scritti, o addirittura come se fossero avvenuti per finire nella rete del suo giornalismo».
Ciao Vittorio, amico e compagno di giornalismo: e grazie
— Ezio Mauro (@eziomauro) May 26, 2019
Originario di Bastiglia (provincia di Modena), figlio di Guglielmo Zucconi, giornalista (fu direttore della Domenica del Corriere e del Giorno) e deputato della Democrazia Cristiana, e fratello di Guido.
Vittorio Zucconi è stato il primo giornalista italiano di un grande quotidiano inviato come corrispondente a Tokyo .
È stato corrispondente da Bruxelles quando l’Europa era ancora in formazione, da Mosca durante la guerra fredda, da Parigi, da Washington, per la durata di sei presidenti, un trentennio.
Comincia la professione giornalistica nei primi anni Sessanta come cronista di nera al quotidiano La Notte di Milano, sulle orme del padre.
Assunto nel 1969 come redattore a La Stampa, diventa corrispondente, prima da Bruxelles e successivamente da Washington sempre per La Stampa, da Parigi per la Repubblica, da Mosca per il Corriere della Sera durante il periodo della Guerra Fredda e dal Giappone ancora per La Stampa dopo essere tornato a Roma nel 1977 per seguire gli anni del Terrorismo Rosso, e l’omicidio Moro.
Sposatosi nel frattempo (nel 1969) con Alisa Tibaldi (che gli darà due figli, Guido e Chiara), è autore dello scoop relativo al caso Lockheed del 1976 (aerei comprati dall’Italia in virtù di tangenti concesse a ministri e generali) per il quale l’allora presidente della Repubblica Giovanni Leone fu costretto a dimettersi, e pubblica per Rizzoli il libro “I cinque cerchi rossi”.
Dopo essere tornato alla “Stampa” come corrispondente del Giappone, dà alle stampe “Intervista col Giappone”; poi nel 1985 decide di trasferirsi a Washington in maniera definitiva, dove lavora come editorialista e corrispondente americano per “la Repubblica”.
Zucconi è stato direttore dell’edizione web di Repubblica dalla creazione fino al 2015, ma anche direttore dell’emittente Radio Capital fino al 2018.
Su quest’ultima curava una rubrica di filo diretto con gli ascoltatori, in onda una volta al giorno, e la trasmissione del preserale TG Zero.
Zucconi curava inoltre una rubrica sul settimanale D – la Repubblica delle Donne e la rubrica Parola di Nonno sulla rivista bimestrale Kids.
Eccovi alcune reazioni sulla vicenda:
Se n’è andato un grande maestro del giornalismo italiano.
Ci mancherà.
Condoglianze alla famiglia di #VittorioZucconi
— laura boldrini (@lauraboldrini) May 26, 2019
Quanta America ci hai raccontato caro Vittorio, ti affascinavano i cowboy ma amavi gli indiani. Eri irrequieto, polemico, sfrontato, non ti tiravi mai indietro e scrivere era la tua vita. Lasci un grande vuoto @vittoriozucconi
— mario calabresi (@mariocalabresi) May 26, 2019
Vittorio Zucconi è stato un grande uomo di comunicazione e ha sempre avuto lo sport e il Milan nel cuore. Con commozione e affetto, il Milan partecipa al lutto per la sua scomparsa.
— AC Milan (@acmilan) May 26, 2019
Davvero colpito e dispiaciuto per la morte di Vittorio Zucconi, giornalista ed uomo di cui molto spesso condividevo le idee. Una voce libera e intelligente. Buon viaggio.💐RIP pic.twitter.com/lEUH3INYfI
— Alessandro Gassmann 🌳 (@GassmanGassmann) May 26, 2019