Lu Daimeng condivide la sua stanza al dormitorio con altri otto studenti.
Dormono su dei letti a castello e stendono i loro panni vicino alla finestra.
Una copia di Harry Potter in Cinese si trova sullo scaffale vicino a dei noodles istantanei.
Oltre 30.000 studenti passano da questo college a Jinan, una città di sette milioni di persone nell’est della Cina.
Ma sei giorni a settimana, Lu e i suoi compagni vanno in classe per una lezione abbastanza differente.
La mattina c’è la teoria, e il pomeriggio la pratica quando la materia è la eSport – una forma competitiva di videogames molto popolare in Cina al momento.
270 milioni di persone hanno giocato nel 2017 secondo il gigante tecnologico Cinese Tencen.
Questa figura rappresenta il 64% dei giocatori eSport globali.
La Cina è gia il mercato più grande per i videogames e la crescita di eSports è, in parte, il risultato di tutto cio.
Ma è anche il risultato della spinta data dal governo.
Il Partito Comunista Cinese (CCP) ha aggiunto eSports al curriculum nazionale ed ha cominciato ad offrire borse di studio.
La Cina ha cosi una opportunità per dominare una categoria che sarà aggiunta ai Giochi Asiatici del 2022 e, forse, alle Olimpiadi di Parigi del 2024.
Questo potrebbe anche andare a giovamento delle imprese di videogame Cinesi.
Ma ci racconta anche come le migliori intenzioni di un regime autoritario possano avere delle conseguenze inaspettate.
Il supporto del CCP fa si che Lu possa studiare videogames per sei giorni a settimana, grazie alla borsa di studio offerta dal governo.
E’ stato uno dei primi ad averla: quando siamo andati in visita erano già al sesto mese di studi.
Lu ha 18 anni e sogna di rappresentare la Cina nel eSports.
Durante il pranzo ci ha spiegato perchè sta studiando questa materia.