Erdogan ha ancora il pieno controllo di Turchia: il potere esecutivo, legislativo, giudiziario e la sicurezza sono tutti nelle sue mani. Il risultato elettorale ha irrobustito il morale dell’opposizione, ma non è abbastanza per superare le sfide imposte dal consolidamento del potere nelle mani di Erdogan.
Erdogan teneva tanto alle amministrative e si è speso non poco per un risultato che poi non è arrivato. Ne aveva bisogno per mascherare le gravi condizioni in cui versa l’economia, ma anche per dimostrare a quanti lo criticano che non possono prescindere da lui.
Da quando Erdogan è presidente, la Turchia è «diventata un regime autocratico in cui un uomo solo è responsabile e tiene i fili. Le istituzioni laiche repubblicane non sono riuscite a contenere la trasformazione della democrazia parlamentare in una dittatura. L’ideologia dell’islamismo ha iniziato a dettare le mosse politiche del governo».
la grande sfida per Erdogan oggi non è l’opposizione, che egli può ancora manipolare, dividere e neutralizzare, ma l’economia di cui ha poco controllo. Le cose peggioreranno in Turchia: è molto probabile una crisi internazionale per distrarre l’opinione pubblica interna. Il che potrebbe significare uno scontro con la Grecia, per esempio, o un’altra incursione militare in Siria.