L’ex primo ministro italiano Matteo Renzi guiderà una fuga dal Partito Democratico al potere (PD) questa settimana e costituirà una nuova forza centrista.
Renzi, che ha guidato un’amministrazione del PD dal 2014 al 2016, è stato determinante nel mettere insieme la nuova coalizione all’inizio di questo mese.
Tuttavia, lui, ora membro del Senato per il PD, ha avuto una relazione abrasiva con il suo partito, in particolare con i mancini, e ci sono state voci persistenti che stava pianificando d’istituire un nuovo movimento.
In un’intervista al quotidiano la Repubblica pubblicata martedì, Renzi ha dichiarato che il PD era ormai un gruppo di fazioni.
“Temo che non sarà in grado di rispondere alle aggressioni di Salvini e alla difficile convivenza con il movimento a 5 stelle”, ha detto.
“Voglio passare i prossimi mesi a combattere contro Salvini”, ha detto.
“Il cattivo populismo che rappresenta non è stato sconfitto”.
TI PIACEREBBE ANCHE:
Attacchi al petrolio saudita: gli USA danno la colpa all’Iran
I gruppi parlamentari della nuova forza sarebbero stati creati questa settimana, ha detto Renzi, aggiungendo che circa 30 legislatori lo avrebbero seguito.
Il PD ha 111 seggi nella Camera dei deputati e 51 nel Senato.
L’atteggiamento del partito sul ritiro di Renzi
Il leader del PD Nicola Zingaretti ha detto martedì che l’ex premier ed ex leader del PD Matteo Renzi aveva commesso un errore dividendosi dal gruppo di centro sinistra.
Ci dispiace. Un errore. Ma ora pensiamo al futuro degli italiani, lavoro, ambiente, imprese, scuola, investimenti. Una nuova agenda e il bisogno di ricostruire una speranza con il buon governo e un nuovo PD
— Nicola Zingaretti (@nzingaretti) September 17, 2019
Secondo quanto riferito, un altro pezzo grosso del PD, il ministro della Cultura Dario Franceschini, ha approfondito le sue critiche nelle chat di gruppo con altri legislatori del PD.
“Il fascismo è cresciuto sempre di più nel 1921-22 usando rabbia e paura”, secondo quanto riferito da Franceschini.
“Gli argomenti e le divisioni all’interno delle (altre) parti li hanno resi deboli fino al punto di consentire a Mussolini di vincere nell’ottobre 1922.
“La storia dovrebbe insegnarci a non ripetere i nostri errori”.
Parlando martedì a margine di un incontro a Milano con la sua controparte tedesca Michelle Müntefering, Franceschini ha dichiarato che la divisione di Renzi è “un grosso problema”.