La visita di Papa Francesco agli Emirati é considerata storica senza precedenti.
Soprattutto per l’incontro con l’Imam Ahmed El Tayyeb .
C’è un’immagine evocativa che Papa Francesco offre nel suo primo discorso in terra d’Arabia, viaggio storico, la prima volta di un Pontefice in quelle latitudini: l’arca. Noè è chiamato a costruirla per preservare la specie umana e gli altri esseri viventi. Per il Vescovo di Roma solo entrando in un’arca, come una famiglia, sarà possibile salvaguardare la pace; un’arca che «possa solcare i mari in tempesta del mondo: l’arca della fratellanza».
C’è una seconda immagine sulla quale fermare la nostra attenzione: la croce. È posta sull’altare, nello stadio dove Francesco celebra la messa prima di lasciare il paese; e questo in una terra sì tollerante, ma dove le poche chiese non possono averla sul tetto. Una terza immagine, infine, la firma del Papa e dell’imam di al-Azhar, Ahamad al-Tayyb, alla dichiarazione sulla «Fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune».
Anche l’imam Ahamad al-Tayyb è sulla stessa lunghezza d’onda quando dice: «Da bambino ho visto molte guerre, anche adesso c’è il rischio che possa scoppiare una terza guerra mondiale».
Il viaggio assume, dunque, una valenza del tutto particolare in un tempo in cui la paura dell’altro porta a costruire muri e barriere; «nemico della fratellanza», dice Francesco, «è l’individualismo che si traduce nella volontà di affermare sé stessi e il proprio gruppo sopra gli altri».
Bisogna quindi combattere il terrorismo e i finanziamenti ad esso connessi . Combattere con la forza pacifica ogni atto negativo, pensiero e ogni finanziamento come quelli effettuati dal Qatar, che é rimasto a disfavore della visita papale è ha accerato il suo sconvolgimento a riguardo sul csnale di Aljazera .