Site icon Italyoggi

L’offensiva di Trump, 100 ordini esecutivi il primo giorno

Donald Trump è pronto ad iniziare la sua seconda presidenza in modo aggressivo con l’emanazione di cento ordini esecutivi il primo giorno. Quella di presentare le proprie priorità al proprio insediamento è una procedura abbastanza comune per ogni presidente, ma non di questa portata: il tycoon e il suo team stanno pianificando un’offensiva mai vista in tempi moderni negli Stati Uniti che prevede un esercizio del potere inedito aggirando l’apparato del Congresso.

Degli ambiziosi piani il presidente eletto avrebbe discusso lo scorso mercoledì con i senatori repubblicani a Capitol Hill assieme al suo più stretto consigliere, quello per la sicurezza interna Stephen Miller, che ha delineato i contenuti del blitz legislativo: migranti, tasse, vaccini, politiche ambientali ed energetiche. Molti degli ordini, secondo quanto riferiscono i media americani, saranno mirati a cancellare certi provvedimenti dell’amministrazione democratica o ripristinarne alcuni del primo mandato, come completare il muro al confine con il Messico.

D’altra parte Joe Biden ha firmato 42 ordini esecutivi nei suoi primi 100 giorni in carica, 21 dei quali erano revoche delle azioni dell’amministrazione Trump. Sull’immigrazione in particolare, il tycoon intende varare una serie di misure massicce, dalla creazione di centri di detenzione dove i migranti senza documenti resteranno fino al giorno dell’espulsione all’inasprimento del cosiddetto Title 42, le restrizioni agli ingressi imposte durante la pandemia di Covid che il presidente democratico non ha mai eliminato ma che sono scadute a maggio del 2023. E’ probabile che il tycoon decida, inoltre, di reimporre la legge che richiede ai migranti di fare domanda per l’ingresso in altri Paesi o in Messico piuttosto che entrare negli Stati Uniti.

In totale quello sull’immigrazione è un pacchetto da 100 miliardi di dollari che il Congresso deve trovare il modo di finanziare, senza contare le altre dispendiose promesse della campagna elettorale dalle nuove spese per la difesa all’estensione dei tagli fiscali del 2017 con nuove agevolazioni per le grandi imprese e i singoli individui.

Durante l’incontro di due ore a Capitol Hill, Trump e i senatori repubblicani hanno discusso sulla migliore strategia per portare avanti i principali punti dell’agenda del presidente eletto, come la sicurezza delle frontiere e gli sgravi fiscali. Il leader della maggioranza al Senato, John Thune, e il presidente della commissione Bilancio, Lindsey Graham, hanno proposto di dividere i provvedimenti per far approvare prima le politiche sui confini, forniture energetiche e difesa, mentre Trump insiste per inserire tutto in una legge.

Tra una finanziaria e l’altra ci sono gli ordini esecutivi che The Donald potrebbe mettersi a firmare già il 20 gennaio, ad una “piccola scrivania” in una delle stanze di Capitol Hill, come aveva suggerito ironicamente durante la campagna elettorale.

L’altro tema caldo che potrebbe essere oggetto di un’accelerazione legislativa sono i vaccini, sui quali il presidente eletto non ha ancora assunto una posizione chiara nonostante abbia affidato la guida della Sanità ad un noto no-vax come Robert Kennedy Jr.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA