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La Casa de Papel è una storia vera? La risposta è sorprendente

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La Casa de Papel
La Casa de Papel è una storia vera? La risposta è sorprendente

La premiata serie Netflix La Casa de Papel torna venerdì 19 luglio.

Alla terza parte si trovano i ladri-Álvaro Morte (Il professore), Úrsula Corberó (Tokyo), Jaime Lorente Lopez (Denver), Alba Flores (Nairobi), Darko Peric (Helsinki), Itziar Ituño (Raquel / Lisbona), e Esther Acebo (Monica / Stoccolma) che preparano a rapinare la Banca di Spagna per salvare Rio (Miguel Herrán) dalla cattura della polizia.

Nella seconda stagione, il gruppo ha rubato con successo circa 1 miliardo di euro dalla Zecca Nazionale di Spagna durante un rapimento di 11 giorni – e abbiamo scoperto non solo che Pedro Alonso (Berlino) è il fratello maggiore di The Professor, ma che il genio dietro la rapina l’idea era il loro padre.

Con un sacco di nuovi sviluppi nelle opere per una nuova stagione, è naturale chiedersi se le trame avvincenti – che spesso si sentono super-reali – siano basate su eventi della vita reale.

La risposta breve? No, ma ci sono aspetti dello spettacolo che prendono ispirazione dalla storia.

Come abbiamo appreso nella prima stagione, i ladri si mascherano in servizio con maschere che assomigliano al gusto dell’artista spagnolo Salvador Dalí, che notoriamente sfoggiava un paio di baffi esagerati.

La Casa de Papel

Perché lui? Bene, gran parte del lavoro di Dalí è stato creato durante il movimento Dada di Zurigo, che, secondo la Tate, si è svolto all’inizio del XX secolo e si trattava di rifiutare la moderna società capitalista.

Le sue filosofie e quella di artisti simili si allineano con quella dei ladri centrali di La Casa de Papel.

Infatti, oltre a voler diventare ricchi, in realtà hanno in programma di riportare soldi alla gente con il loro … lavoro.

Inoltre, ascoltiamo regolarmente la versione di Manu Pila di “Bella Ciao” nella serie che è una canzone popolare italiana che è stata adottata come inno della resistenza antifascista.

“È una canzone che ha sempre fatto parte della colonna sonora della mia vita”, ha dichiarato Álex Pina, il creatore dello show, a NSS Mag.

“Una canzone che mi ricorda dell’infanzia e che il mondo intero sa, un inno di resistenza come la stessa serie, finché c’è resistenza c’è speranza anche se non hanno la più pallida idea se riescono a uscire da Là.”

Considerando lo slogan della terza parte è “unirsi alla resistenza”, questo è un altro elemento della vita reale che è stato intrecciato nello spettacolo.

In definitiva, questi messaggi nascosti permettono agli spettatori di sapere che lo spettacolo non riguarda solo i rapinatori di banche, ma anche una storia di resistenza.